
Group Show
Thomas Berra, Marco Paleari, Aronne Pleuteri, Riccardo Sala, Valentino Vago
a cura di Martina Corbetta e Giacomo Morelli
2024, Giussano MB, Italy
Credits: Cosimo Filippini
Una riflessione sull’arte, il luogo e l’origine.
Quando ho iniziato a immaginare questa mostra, mi sono posto una domanda semplice e, allo stesso tempo, profondamente complessa: cosa significa oggi, per un artista, provenire da un luogo? In un’epoca dominata dalla velocitaÌ€, dalla globalizzazione e dalla ricerca di un’identitaÌ€ spesso scollegata dal territorio, la Brianza – luogo in cui vivo – mi eÌ€ apparsa come un punto di par- tenza naturale, un luogo dove la memoria collettiva e l’esperienza individuale si incontrano.
La mostra nasce da qui: da un dialogo tra il territorio brianzolo e cinque artisti dall’origine comune – Thomas Berra, Marco Paleari, Aronne Pleuteri, Riccardo Sala e Valentino Vago – che gravitano, o che hanno gravitato, intorno a questa terra, nutrendosene e tra- sformando il proprio vissuto in linguaggio pittorico. L’idea di itine- rario eÌ€ precisa: ognuno di loro ha percorso un tragitto autonomo, fatto di sperimentazioni e visioni uniche.
Il territorio non eÌ€ soltanto sfondo o pretesto, ma l’epicentro da cui tutto prende forma. EÌ€ il luogo che ha plasmato sensibilitaÌ€, emozio- ni e riferimenti culturali, e che oggi, attraverso queste opere, viene restituito allo spettatore in una veste nuova, a tratti intima, a tratti universale. CioÌ€ che mi ha stupito eÌ€ stata l’espressione diversa che collide tra questi artisti, generando itinerari profondamente differenti e curiosi.
Thomas Berra vive e lavora nel Cosmo, e la sua ricerca pittorica eÌ€ un ponte tra il mondo vegetale e quello onirico. I suoi erbari fantastici, popolati da piante vagabonde – disordinate, dimenticate, ma tenaci – diventano metafore di resistenza ed inclusione. I suoi paesaggi mistici, animati da creature fiabesche, ci conducono oltre la realtaÌ€ apparente, in una dimensione in cui uomo e natura si fondono in un’armonia ancestrale. Attraverso una pittura che Berra considera rivoluzionaria, ci invita a riflettere sul rapporto tra ambiente e soggetto, dove si annida il mistero della vera bellezza.
Marco Paleari, con le sue opere stratificate, ci conduce in una dimensione sospesa tra il passato e l’immaginario soggettivo. Le sue figure sono attori di una scenografia senza tempo, ricalcate da sagome reali che diventano volumi e forme vive sulla tela. In una commistione tra storia dell’arte e memorie personali, Paleari daÌ€ vita a scene grottesche e tragicomiche, come i suoi personaggi di guerra, impacciati e quasi disinteressati al conflitto. Questi attori sembrano rivolgersi al pubblico con un’ironia sgraziata, piuÌ€ preoccupati dello sguardo dell’altro che della narrazione stessa. Aronne Pleuteri esplora il movimento in ogni sua forma, spazian- do dalla pittura alla performance, fino al video. La sua poetica eÌ€ un viaggio visionario in cui temi come la morte, la malattia e la violenza sono mascherati da un’ironia dissacrante, filtrati attra- verso l’immaginario dei fumetti, dei cartoni animati e della cultura digitale. Sulle sue tele, il paesaggio perduto del suo immaginario originario si scontra con la brutalitaÌ€ urbana, producendo tentativi monocromatici interrotti da esplosioni luminose. In questo linguaggio inquieto, Pleuteri mette in scena i paradossi della con- temporaneitaÌ€.
Riccardo Sala, in arte Rikyboy, trasforma la nostalgia in materia pittorica. I suoi ricordi d’infanzia, legati al mondo del circo e ai paesaggi rurali, si concretizzano in opere in cui convivono rigore grafico e spontaneitaÌ€ gestuale. Se da un lato la sua estetica circense recupera la vivacitaÌ€ cromatica e comunicativa di un’arte popolare, dall’altro, i suoi scorci agresti raccontano la solitudine e l’intimitaÌ€ del paesaggio brianzolo. Con il progetto Circo Rurale, Rikyboy celebra la spettacolaritaÌ€ della vita agreste, cogliendone l’incanto e la decadenza in una sintesi visiva che guarda al passato con rispetto e alla realtaÌ€ con poesia.
Valentino Vago, infine, ci guida verso un orizzonte spirituale. Le sue tele sono spazi di contemplazione, in cui la luce e il colore diventano protagonisti assoluti.
Vago ci invita ad abbandonarci alla purezza dell’esperienza visiva, immergendoci in un universo di vibrazioni cromatiche che trascendono il visibile per toccare le corde piuÌ€ intime del nostro sentire. C’eÌ€ un termine che mi accompagna in questa riflessione: genius loci. Lo spirito del luogo, qui, non eÌ€ un’entitaÌ€ astratta, ma una presenza viva che si manifesta attraversa le opere. Non si tratta di un’adesione passiva alla tradizione, ma di un dialogo continuo con essa. EÌ€ la capacitaÌ€ di trasformare la memoria in impulso creativo, di guardare al passato con spirito critico/valutativo e non nostalgico proiettati verso un futuro in continuo rinnovo nutrendosi delle proprie origini.
Mi piace pensare a questa mostra come a un invito a rallentare, per accelerare, a contemplare per vedere, ad ascoltare per sco- prire. Gli artisti ci mostrano che il territorio non eÌ€ mai statico, ma vive e si trasforma attraverso lo sguardo di chi lo abita e lo interpreta. In un momento storico in cui il mito dell’individuo prevale, questa mostra rappresenta un atto di rivoluzione al contrario.
Giacomo Morelli




Rural Triumphans \ Circus Patiens
Enamel on canvas 176 x 82 cm

Rural Reclam
Enamel on canvas 224 x 82 cm




Rural Reclam – Busc de Brianza
2024 Oil on canvas 24 x 18 cm

Ruggito Rurale
2024 Enamel on PVC 120 x 210 cm



Rural Reclam – Prestampato
2024 Oil on canvas 24 x 18 cm

Rural Reclam – El Casular
2024 Oil on canvas 24 x 18 cm

Rural Zirkus Van
2024 Oil on canvas 40 x 30
cm